Per opportunismo s’intende “un comportamento per cui, nella vita privata o pubblica, o nell’azione politica, si ritiene conveniente rinunciare a principi o ideali, e si scende spregiudicatamente a compromessi per tornaconto o comunque per trarre il massimo vantaggio dalle condizioni e dalle opportunità del momento”. Gramsci sosteneva che “l’ambizione troppo spesso conduce al più basso opportunismo”. Noi siamo testimoni del fatto che qualcuno per opportunismo non si astiene nemmeno dal tradimento. Per tradimento s’intende “l’atto e il fatto di venire meno a un dovere o a un impegno morale o giuridico di fedeltà e di lealtà”, e nel nostro caso si tratta del tradimento di un’idea, di una causa, dei connazionali che condividevano dal secondo dopoguerra a oggi gli stessi ideali e valori, finalizzati alla tutela dell’identità nazionale italiana sul nostro territorio d’insediamento storico. Infatti, il 19 giugno 2017, su proposta dei gruppi parlamentari dell’HDZ (Hrvatska demokratska zajednica - Comunità democratica croata), dell’HNS (Hrvatska narodna stranka - Partito popolare croato) e delle minoranze nazionali, il deputato al seggio specifico della Comunità Nazionale Italiana (dal 1992), Furio Radin, è stato eletto alla funzione di Vicepresidente del Parlamento croato (con 109 voti a favore e 1 voto contrario, su un totale di 151 deputati). Pertanto, ora Furio Radin è Vicepresidente del Parlamento croato come espressione della maggioranza parlamentare (costituita dai seguenti partiti e deputati: HDZ-HNS-minoranze nazionali-Hrast-HDS-HSLS-Reformisti-l’indipendente Tomislav Saucha-Promijenimo Hrvatsku). Ai sensi della normativa croata, il Vicepresidente assiste il Presidente del Parlamento e svolge i compiti di sua competenza su sua autorizzazione. In poche parole, il Vicepresidente del Parlamento croato, Furio Radin, come espressione della maggioranza parlamentare ora è alle dirette dipendenze del Presidente del Parlamento croato e Segretario generale del partito nazionalista croato, l’HDZ. Oltre a essere deputato, Furio Radin è anche Presidente dell’Unione Italiana (dal 2006). Non potendo sdoppiarsi come persona e nemmeno apparire con le scritte sul petto “ora sono il Vicepresidente del Parlamento” oppure “ora sono il Presidente dell’Unione Italiana”, ma anche potendo fare ciò, inevitabilmente la persona (Furio Radin) è associata ad ambedue gli incarichi e pertanto inevitabilmente, ricoprendo l’incarico di Presidente dell’Unione Italiana, ne risulta che anche tale funzione sottostà al Presidente del Parlamento croato e Segretario generale del partito nazionalista croato, l’HDZ. Detto semplicemente, oltre al deputato anche il Presidente dell’Unione Italiana, Furio Radin, ora è alle dirette dipendenze del Presidente del Parlamento croato, Gordan Jandroković (HDZ), che è anche il Segretario generale dell’HDZ. E tutto ciò di certo non è conforme alle disposizioni dello Statuto dell’Unione Italiana che determina tra l’altro che: l’Unione Italiana è l’organizzazione unitaria, autonoma, democratica e pluralistica degli Italiani in Croazia e Slovenia, di cui esprime l’articolazione complessiva dei bisogni e degli interessi generali e specifici (articolo 1, comma 1); il Presidente rappresenta istituzionalmente l’Unione Italiana ed è garante del rispetto dello Statuto e del corretto funzionamento dell’Unione Italiana (articolo 39, comma 2); il Presidente dell’Unione Italiana non può essere membro di partiti politici (articolo 39, comma 5).
|