A buon intenditor poche parole |
Autor Zilli |
Četvrtak, 07 Siječanj 2021 10:04 |
Nema dostupnih prijevoda. Furio Radin e Maurizio Tremul si comportano da dittatori allinterno della Comunit Nazionale Italiana (CNI) autoctona in Croazia e Slovenia e da suoi traditori allesterno. Furio Radin, dal 1992 ininterrottamente deputato della CNI, recentemente riconfermato Vicepresidente del Parlamento croato (alle ultime elezioni parlamentari ha ottenuto 890 voti -il 5,11%- su un totale di 17.414 elettori italiani in Croazia). Maurizio Tremul, dal 1991 ai vertici dellUnione Italiana (dapprima Presidente della Giunta esecutiva, poi dellAssemblea, successivamente della Giunta esecutiva e attualmente Presidente dellUnione Italiana, eletto come candidato unico con 4.500 voti -il 14,09% su un totale di 31.922 elettori italiani iscritti alle Comunit degli Italiani in Croazia e Slovenia e unitamente allUnione Italiana). Tremul Presidente dellUnione Italiana da 29 anni consecutivi, eguagliando i record di durata di Stalin e di Lukashenko, mentre Furio Radin, deputato fisso da 28 anni, ha gi superato i 27 anni di Mao, e dato che stato rieletto per il prossimo quadriennio, al termine del mandato la sua durata corrisponder a 32 anni di servizio parlamentare: quindi per raggiungere il traguardo di Tito e Saddam Hussein (35 anni) sar solo necessario che si ricandidi per la decima volta consecutiva. La loro quasi trentennale permanenza negli incarichi di vertice della CNI ha con ogni evidenza favorito linevitabile e crescente degenerazione dellUnione Italiana (UI) in un sistema che non pu pi definirsi democratico. Basti ricordare la sorpassata e ingiusta ripartizione dei seggi in seno allAssemblea dellUI e le cosiddette candidature blindate, ossia il numero dei candidati uguale al numero dei seggi disponibili, con lesito delle elezioni gi scontato. Di conseguenza, lastensionismo ha raggiunto un picco superiore all83%, sicch negli anni da fisiologico diventato patologico. La rappresentativit degli eletti evidentemente irrilevante, giacch il loro consenso elettorale si notevolmente ridotto, oscillando tra il 5% e il 14% degli aventi diritto al voto. In pi lincidenza degli elettori delle piccole Comunit degli Italiani (CI) di 4,7 volte maggiore di quella degli elettori delle grandi CI, il che palesemente non democratico. La permanenza e laccumulo di cariche hanno reso possibile il controllo generalizzato e crescente delle ingenti risorse finanziarie (valutabili in oltre 270 milioni di euro negli ultimi 28 anni) e le distribuzioni clientelari delle risorse. I voti di scambio sono allorigine del fenomeno dellautoconservazione dei dirigenti e di una logica opportunistica, orientata al vantaggio dei singoli al prezzo della disfatta collettiva. Un sistema che si sta autodistruggendo, vista la mancanza delle garanzie interne attraverso il Comitato dei garanti, dappello e di controllo dellUI e la mancanza di spazio per lopposizione e il fallimento dei progetti socio-economici (Aegida, EDIT, Otium, CIPO, ecc.). Senza contare le numerose irregolarit e violazioni delle leggi in Croazia, Italia e Slovenia, riscontrate nelloperato dellUI, come il caso EDIT, quello della CI di Valle o della CI di Cherso, il caso della CI di Zara, ecc. In poche parole, tanti dati di fatto in costante peggioramento sono la causa della crescente disaffezione e scollamento degli Italiani nei confronti dellUI, che ha tradito il suo ruolo di organizzazione unitaria e democratica della CNI in Croazia e Slovenia di cui dovrebbe rappresentare e tutelare le esigenze politiche, culturali ed economiche. Da decenni ormai lUI non vigila o peggio si adegua ai tentativi di ridurre i diritti acquisiti dalla CNI in Croazia e Slovenia. A cominciare dal bilinguismo integrale, ridotto al lumicino e ancora presente in poche autonomie locali in Istria, oppure labolizione dellesenzione dellIVA sulle donazioni del Governo italiano alla CNI, o il venire meno dellobbligatoriet dello studio dellitaliano come lingua dellambiente sociale nelle scuole della maggioranza nelle autonomie locali bilingui e declassato a lingua straniera facoltativa, o il Trattato italo-croato sui diritti delle minoranze del 1996, a tuttoggi non applicato, o il privare la CNI del diritto alla rappresentanza nellorgano esecutivo delle autonomie locali bilingui (attraverso il vicesindaco appartenente alla CNI, al fine di poter cogestire il territorio dinsediamento storico) e cos via. Sono ormai troppe le Caporetto per la CNI e il tutto con il silenzio assenso del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale della Repubblica Italiana. |
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